LeiCannibale, nome d’arte di Giorgia Giampaoli, debutta sulla scena musicale italiana con il singolo “Ian Curtis”. Il brano è scritto con la collaborazione di Gaetano Marinelli (Dezebra) e arrangiamenti di Alessandro Ciucani.

Giorgia Giampaoli, cantautrice indipendente di Montecosaro, ha iniziato la sua carriera esibendosi nelle Marche e oltre con progetti alternative rock, per poi dedicarsi al suo progetto solista che unisce alternative rock e jazz. Diplomata in canto jazz, ha aperto per la band Stella Maris nel 2018 e si è esibita in un tour nell’Europa dell’Est nel 2023. Attualmente sta lavorando a nuovi singoli e al suo album di debutto, con un video musicale in uscita il 7 giugno 2024. “Ian Curtis” segna il suo ingresso nella scena musicale con una proposta originale e coinvolgente.

LeiCannibale, è un vero onore ospitarti sulle pagine di Rifugio Musicale!
Rompiamo subito il ghiaccio con un tuo ricordo: racconta ai lettori un episodio
imbarazzante accaduto durante la tua carriera artistica!

Vi racconterò proprio di come è nato, in parte, il mio nome d’arte: anni fa,
durante un’intervista in una radio locale ad una mia band passata, dissi che
sarei stata curiosa di provare carne umana. Tutti sembravano scioccati dalla
mia esternazione, ma ancora oggi non vedo cosa ci sia di male.

C’è un’immagine di te, in particolare, che ti piace dare al pubblico? Che tipo di
rapporto ha LeiCannibale con i social?


Amo essere sincera e dire ciò che penso, anche in maniera brutale se serve a far
capire un concetto, non tutti lo apprezzano. Non sono una persona che mostra tutta la propria vita nei social, ma ci tengo a portare avanti le mie battaglie personali quali: l’accettazione del proprio corpo, anche quando non rientra nei canoni tipici del momento, normalizzando l’esistenza di varie fisicità. È un tema che ho trattato in alcuni dei miei brani che sto producendo e che usciranno in questo anno o all’inizio del prossimo, ed è qualcosa che mi ha inseguita per tutta la vita. All’inizio buttandomi a terra, ma poi questa sofferenza mi ha dato la forza per iniziare ad amare di più me stessa. Un altro messaggio importante che amo comunicare sui social è il supporto tra musicisti: siamo già una categoria che viene messa da parte e bistrattata, perciò credo sia il minimo aiutarci e sostenerci tra di noi, ma soprattutto non invidiarci vicendevolmente e portare rispetto anche a chi fa un genere diverso dal proprio.

Parlaci ora del tuo nuovo singolo “Ian Curtis”. Il brano esplora il tema della
liberazione da un rapporto malato. Puoi approfondire come hai vissuto questo
tema nella tua vita personale e come ha influenzato la tua scrittura?


Questo brano nasce in realtà nel 2020, durante un rapporto sentimentale logorante, un rapporto che volevo funzionasse a tutti i costi, forse per non sentirmi ancora una volta sbagliata. Perciò come dico nel brano “ho provato anche il roipnol, ho provato a sparare”, provai di tutto per diventare una persona differente pur di essere amata. Col tempo ho imparato invece ad amare io me stessa per ciò che sono e migliorare per avere un’esistenza più serena. A dire la verità sto ancora imparando.

Il singolo fonde sonorità alt-pop e rock. Come descriveresti il tuo processo creativo nel trovare il giusto equilibrio tra questi due generi?

In realtà non c’è un processo creativo specifico, penso sia più un istinto innato
causato dai miei ascolti. Sin da bambina ho avuto ascolti musicali spesso molto
distanti tra loro: i miei genitori durante i viaggi in auto mettevano dischi di Renato Zero, Piccola Orchestra Avion Travel, Red Hot Chili Peppers, ma spesso non disdegnavo anche qualche tormentone pop alla radio (non tutti, sia chiaro).
Crescendo questa mia ambivalenza musicale non è mai cambiata: ho amato il punk, l’heavy Metal, la dark wave, la musica elettronica, il cantautorato italiano tanto quanto molti brani di Lady Gaga o di Beyoncé.

Hai iniziato la tua carriera musicale esibendoti in vari progetti alternative rock. Cosa ti ha portato a intraprendere un progetto solista e come pensi che questo percorso abbia influenzato la tua musica?

Ahimè i miei progetti passati non sono funzionati a livello umano in primo luogo. È molto difficile collaborare con altre persone in un progetto quando si hanno idee lontane. Il mio progetto solista nasce perché forse sono insopportabile io o forse perché io non sopporto gli altri, in ogni caso dall’esigenza di dire un messaggio che fosse non solo del tutto personale nel testo, ma anche nella sua espressione musicale e negli arrangiamenti.

Hai un background formativo nel jazz. Come ha influenzato il tuo stile musicale e come riesci a integrare elementi jazz nelle tue composizioni?

Il jazz mi affascina per i suoi controsensi: un genere così pieno d’improvvisazione, dove la stessa avrà qualche milione di regole da studiare al fine di potersi esprimere bene. Di fatti più che un genere musicale, il jazz, è un vero e proprio linguaggio da approfondire. Proprio questo studio, che ancora oggi porto avanti, spesso mi rende libera di esprimermi attraverso idee che probabilmente non avrei avuto se non fosse stato per gli ascolti jazz e per la pratica degli stessi.

LeiCannibale, ti ringrazio per questa piacevole chiacchierata. La nostra
intervista è giunta al termine, ma l’ultima parola va a te per aggiungere ciò che vuoi: spazio alla fantasia! A presto!


Ci tengo tantissimo a ringraziarvi per questo spazio che mi avete dedicato.
Continuate a seguirmi perché pubblicherò altri miei brani nel corso dell’anno, ma
soprattutto non perdetevi il video di “Ian Curtis” che uscirà venerdì 7 giugno 2024!

INTERVISTA