Scrivere canzoni per Giovanni Conelli è una missione di bellezza, un istinto antico e inevitabile. Il cantautorato di scuola italiana con la sua evocazione letteraria si contamina con l’elettronica e la sperimentazione, dando luce a
canzoni intime e testi urgenti. Il suo cammino dal vivo ha incrociato quello di artisti italiani come Mauro Ermanno Giovanardi, Riccardo Sinigallia, Francesco Di Bella (24 grana), Marco Messina (99 Posse), Andy (Bluvertigo), fonte di crescita, di incontro e di ispirazione. Giovanni Conelli ha prodotto alcuni dei suoi ultimi brani insieme al cantautore romano The Niro, incluso “Bolero sulla Luna”, il cui video è stato girato sull’isola di Vulcano con la performer francese di fama internazionale Maud De La Purification.

Ciao Giovanni Conelli, benvenuto su Rifugio Musicale! Raccontaci un po’ di te, qualcosa di divertente e stravagante magari accaduto in qualche live!

Ciao a tutti i lettori di Rifugio Musicale! Sono Giovanni Conelli e da più di dieci anni scrivo canzoni e produco musica elettronica. In tutti questi anni ho avuto l’onore di calcare palchi in diversi luoghi d’Europa, spesso in piccoli locali, festival o circoli arci. Ho suonato a Berlino, a Milano, a Vienna eppure non dimenticherò mai quando… nel profondo Molise… il matto del paese mi tirò il microfono di mano perché voleva cantare Malafemmena di Totò durante un mio live. Ero piccolo e molto imbarazzato…

Come prendono forma le tue canzoni? C’è un momento della giornata o un luogo in particolare che prediligi per scrivere?

La notte porta consiglio…di solito d’estate, cercando ispirazione nelle stelle. Scrivo ormai direttamente al computer, spesso parto da un suono o da un sample che trovo ispirante. La musica e il testo nascono poi parallelamente.

Quanto ha influito il tuo luogo di origine nella tua scrittura e nella tua arte?

Essere di Napoli per un musicista spesso può suonare come una condanna. E’ un luogo forte e pieno di identità musicale. Porto la mia città nelle mie vene, ma tento sempre di proporne una visione nelle mie canzoni moderna e non stereotipata.

Quanto ti senti parte dell’attuale panorama musicale di tendenza? C’è un momento storico preciso in cui avresti voluto vivere? Quale e perché? 

Mi sento come un uomo primitivo, con un computer in mano…a Woodstock.

Parliamo ora del tuo nuovo singolo “Ed io sarò salvato”. Nel testo parli di solitudine e della ricerca di un segnale d’amore. Come pensi che la musica possa aiutare le persone a sentirsi meno sole e più connesse?

Innanzitutto a connettersi con sé stesse, senza badare alle pressioni esterne. La musica dona amore se amiamo noi stessi, è questa l’unica vera connessione col mondo esterno. La solitudine a volte è necessaria per ricercarci.

“Ed io sarò salvato” è descritta come una canzone di lotta e resistenza. Quali messaggi di lotta e resistenza speri che gli ascoltatori colgano dalla tua musica? 

“Io sono la periferia che ancora suona, il fuoco sacro della gente che cambia la storia”. Sembra che abbiano smontato ogni nostro diritto, eppure una maggiore consapevolezza collettiva ci porterebbe inevitabilmente a una liberazione maggiore.

Stai già lavorando a nuovi brani da proporre in futuro? Qualche anticipazione e prossimi live? 

Assolutamente sì! Usciranno nei prossimi mesi altri brani e non vedo l’ora di farveli ascoltare. Ho in programma una serie di concerti nel napoletano insieme ad altri fantastici colleghi cantautori.

Giovanni Conelli, siamo arrivati ai saluti, ma il finale spetta a te. Saluta i nostri lettori con una frase per te importante! Ti ringrazio per essere stato con noi e a presto!!!

Grazie a voi ragazzi, evviva la musica indipendente, sempre!!!

INTERVISTA