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MUSICA

Sena, “Liberatutti” è il nuovo singolo in uscita il 26 Aprile

Una canzone per quando hai il magone, ma ti trovi in mezzo alla dancefloor”. La cantautrice Sena si rinnova mettendo alla sua malinconia indie un abito da sera e portandola a ballare in discoteca, unendo il cantautorato pop all’EDM. Il risultato è un contrasto tra liriche amare e sonorità dance. La nostalgia persistente è “una canzone che ti balla dentro” come un tormentone, anzi come un tormento. Come in un rito liberatorio si abbandona la tristezza lasciandosi trascinare da synth e cassa dritta. Tutto questo è “Liberatutti”, il nuovo singolo di Sena disponibile su tutte le piattaforme streaming da venerdì 26 aprile. (Presave)

Sena nasce nel 1993, già col nome d’arte “Sena” per una scelta commerciale dei suoi genitori, e muore un po’ ogni giorno. Si fa conoscere dal grande pubblico nel 2000 al suo primo saggio di musica dove si esibisce in una versione piano e voce di “Ti rubacchio un po’ di pop-corn”. L’esibizione raccoglie il favore di pubblico e critica, nonostante una momentanea paresi delle mani dovuta all’ansia da palcoscenico. Amplia i suoi orizzonti musicali esplorando il cantautorato italiano, l’alternative rock britannico, le prime generazioni di indie italiano e la corrente nu metal dei neomelodici napoletani. All’età di 19 anni entra nel pericoloso tunnel della giurisprudenza da cui esce, stremata e avvocata, dopo un lungo percorso riabilitativo.

In questi anni bui inizia a scrivere le sue prime canzoni, molto apprezzate da sua mamma, e inizia ad esibirsi in fortunate tournèe presso tutte le camerette, soggiorni e baretti di amici e parenti entro il terzo grado. Per anni scrive per il programma televisivo di Canale 5 “Avanti un altro!”, in cui compare in qualità di giudice, anche se non riesce a giudicare nessuno, a parte se stessa (e in modo impietoso). Siccome ha il vizio di anagrammare i nomi e le cose si autodefinisce “ironica” e “onirica”. Scrive canzoni perché è l’unico modo che finora ha trovato per consolarsi e per esprimersi, per dire cose che forse non interesseranno a nessuno, ma speriamo che a qualcuno sì.

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