Francesco Lettieri è un pianista e cantautore napoletano. Nel 2018 esordisce con il suo album “l’alieno al cinema”, prodotto dalla Polosud Records, e da allora partecipa a numerosi premi nazionali. Nel 2019 è vincitore assoluto di Musicultura, dove vince anche il premio AFI e dove gli viene consegnato il sigillo della città di Macerata in qualità di vincitore più votato nella storia di Musicultura.
Nello stesso anno vince il premio Warner Chappell come miglior autore al premio Bindi e il primo premio al premio Pierangelo Bertoli. Nel 2020 è selezionato tra i 60 semifinalisti di Sanremo giovani, nel 2021 vince il premio Music For Change nell’ambito di Musica contro le mafie, dove vince anche la menzione speciale del Club Tenco e il premio Stream. Attualmente sta lavorando al suo nuovo album.

Francesco Lettieri benvenuto su Rifugio Musicale! Raccontaci di te, qualcosa che non sia già scritto sulle biografie ufficiali!
Ciao! Purtroppo posseggo solo storie ufficiali.
Scherzi a parte, ecco in sintesi alcune storie sparse della mia vita: a 15 anni ho scritto la mia prima composizione (“sulle ali di un gabbiano”, dovrebbe essere ancora su YouTube), era dedicata a una ragazza, ho imparato a scrivere uno spartito perché ci tenevo a regalarglielo, ho passato tutta la notte a farlo e quando gliel’ho portato lei mi ha detto “e che ci devo fare?”; sono sempre stato appassionato di giochi da tavolo, uno dei miei sogni è crearne uno; ho abbandonato ingegneria aerospaziale per dedicarmi solo alla musica.
Da quale background musicale deriva la tua ispirazione? C’è un gruppo o un artista in particolare che reputi più vicino al tuo stile?
La mia ispirazione deriva sicuramente dalla musica classica, che è quella di cui mi sono più nutrito fin da quand’ero bambino, e che è quella che ho studiato in principio al pianoforte, e se dovessi scegliere dei pianisti/compositori che ho ascoltato fino allo sfinimento direi: Chopin, Bach, Rachmaninov. Più tardi ho scoperto la musica jazz, e un pianista mi ha letteralmente stregato: Brad Mehldau. La musica pop e cantautorale, di cui pure mi sono innamorato, l’ho scoperta relativamente tardi, e in quell’ambito i miei idoli sono Lucio Dalla e Samuele Bersani.
Cosa non può mai mancare nelle tue canzoni e cosa ti fa capire che un pezzo è veramente maturo?
Non deve mai mancare qualcosa da dire. Questa cosa dovrebbe risultare banale, ma mi rendo conto che, in una società in cui la musica è un prodotto che si vende a suon di visualizzazioni, non funziona sempre così. Io non ho mai scritto, finora, una canzone perché dovevo, ma sempre perché avevo bisogno di dire qualcosa, di esprimermi, di sfogarmi, di gioire, di comunicare un pensiero, una sensazione. Del resto, è il motivo per cui sono passati 5 anni dal mio primo disco, un tempo che oggi è inimmaginabile: io sono lento e mi piace godermi la mia lentezza, mi piace ragionare bene sulle cose, mi piace approfondire.
Capisco che un pezzo è pronto quando emoziona anche me che lo sto suonando, quando per un attimo mi estraneo a me stesso e divento ascoltatore e mi sorprende, è quella la cosa che cerco ogni volta che scrivo, è quello che mi entusiasma.
Parliamo del tuo nuovo singolo “Diventare”. Dall’animo dolce e sognante, cosa rappresenta per te questo brano?
È uno dei brani a cui tengo di più, l’ho scritto qualche tempo fa nel tentativo di dare sollievo al dolore di una persona a me molto cara. Per me rappresenta una sorta di rinascita artistica, è il primo singolo che esce dopo tanto tempo e che fa da apri-pista al mio nuovo album, e in quest’ottica sono davvero contento di aver scelto proprio “diventare”, che parla di trasformazione, di evoluzione, perchè la stessa canzone è “diventata” qualcos’altro nelle mani della produzione artistica di Joe Santelli, con cui ho rimodellato i miei arrangiamenti, nella visione di Gennaro De Rosa e di tutto lo staff di Musa Factory che mi sta guidando in questa nuova avventura, in questa nuova età della mia musica.
C’è un sapore che attribuiresti alla tua musica? Dolce e delicato o amaro ed intenso?
Non so perché, ora che me lo hai chiesto, mi è venuta in mente la descrizione del gusto di una pera che fa Meg Ryan a Nicolas Cage ne “La città degli angeli”.
Ma direi un po’ più amara.
Dopo questo singolo quali saranno i tuoi prossimi obiettivi, sogni nel cassetto?
Dopo questo singolo ci sono un sacco di cose già pronte a partire: un nuovo singolo, un album di canzoni accuratamente scelte tra tantissime, un tour.
Il mio sogno è arrivare a più persone possibili, comunicare con quanta più gente riesco, fare tanti, tanti, tanti concerti. La dimensione che preferisco è quella della musica live, è una cosa che mi dà dipendenza.
Francesco Lettieri, siamo arrivati ai saluti ed io ti ringrazio per essere stato con noi. Saluta i nostri lettori come meglio preferisci! Ciao e a presto!
“Un bacio a tutti, fate sogni belli e pochi brutti, i miei occhiali si son rotti ma qualcuno un giorno se li metterà e ad occhi semichiusi attraverserà posti distrutti e silenziosi”
Ciao! Grazie a voi!
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.