Lady Vie ha sempre fatto fatica a scegliere un solo nome tra le numerosissime musiciste e voci che ha ascoltato, ma di certo Nina Simone si staglia sulle altre, per questo le dedica il suo primo brano in uscita: Nina Says.
Lady Vie, benvenuta sulle pagine di Rifugio Musicale! Rompiamo subito il ghiaccio con un tuo ricordo: racconta ai lettori un episodio imbarazzante accaduto durante la tua carriera artistica!
Di episodi imbarazzanti sul palco ne capitano di continuo, se intendiamo piccoli/grandi inconvenienti. Ora non me ne viene in mente uno specifico. Quello che mi viene da dire è che fa parte del mestiere, bisogna abituarcisi, ogni live è diverso dal precedente e dal successivo, la cosa che conta di più è riuscire a stare dentro al momento.
Mi viene in mente una frase di Burroughs che dice “La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili”. Ecco, qualsiasi cosa capiti è importante continuare a mettersi in gioco nella vita come sul palco.
C’è un’immagine di te, in particolare, che ti piace dare al pubblico? Che tipo di rapporto ha Lady Vie con i social?
Ah, i social! Croce e delizia. Il mio rapporto coi social è altalenante. Trovo siano un meraviglioso mezzo che ci permette di amplificare ciò che vogliamo comunicare, nel mio caso: la mia musica. Al contempo rischiano di tenerci letteralmente incollati agli schermi a leggere notifiche e messaggi in un flusso perenne di informazioni- spesso inutili e in eccedenza – facendoci perdere di vista la vita reale. Non ho mai ragionato sul tipo di immagine che vorrei dare di me, mi esprimo sui social in maniera spontanea, nel modo in cui mi va in quel dato momento. Credo sia l’unico possibile per me. A volte canto anche lì sopra, mi è capitato di farlo durante i lockdown, mi faceva stare bene. Però preferisco di gran lunga cantare ai live e incontrare il pubblico dal vivo.

Parlaci ora del tuo singolo d’esordio “Nina Says”: tutto ciò che c’è da sapere e quello che ancora non è stato detto! Com’è nata la collaborazione con Giorgio Canali?
Un giorno mi capita di ascoltare le parole di Nina Simone che risponde in un’intervista alla domanda “Che cos’è per te la Libertà, Nina?”, dicendo semplicemente “Freedom is no fear”. Da queste potentissime parole inizio a scrivere il testo di Nina Says, in cui ho tentato di cantare valori per me importantissimi: l’amore, la libertà, la partecipazione. Il testo nasce in tempi in cui non era ancora giunta la pandemia a dividerci, in seguito ho capito come fossero ancora più urgenti da cantare. Ammiro molto Nina Simone come donna e come cantante pianista, il modo in cui si è battuta per i diritti civili dei neri e delle donne. La sua vita intensissima ha generato tutta l’arte e la bellezza che ci ha lasciato in dono.
Canali lo incontrai per la prima volta ad un suo concerto a Milano, la città in cui vivo. Durante una chiacchierata venne a sapere che avevo un po’ di brani miei per cui cercavo una produzione artistica, mi chiese di mandarglieli dicendomi che se gli avessero fatto schifo me l’avrebbe detto senza alcun problema, pochi giorni dopo mi disse di raggiungerlo allo studio in Veneto dove poi abbiamo registrato tutto quanto in presa diretta. È stato importante per me ricevere un attestato di stima da un artista come Giorgio Canali, un pezzo di storia della musica italiana.
Ancora oggi il corpo delle donne è ricoperto di pregiudizi, stigmatizzazioni e significati che ostacolano la ricerca della felicità. Da Donna e Artista sensibile, cosa significa per te essere felice?
Essere felice per me significa innanzitutto individuare ciò che ci fa stare bene e poi dedicarsi il più possibile a quello, senza tenere conto dei pregiudizi e delle limitazioni che sempre si staglieranno sulla figura femminile. Essere libere significa andare oltre le paure, trovare e seguire l’esempio di donne forti che hanno superato esperienze negative traendone lezioni importanti per la propria vita e che vogliono essere faro per altre donne ancora. Essere libere significa fare rete con altre donne, condividere esperienze e supportarsi reciprocamente. Andare otre quell’immagine cliché che ci descrive in competizione. Credo davvero ci sia spazio per l’espressione di tutte nel mondo artistico come in quello reale.
Facendo riferimento alla tua esperienza: cosa vuol dire essere una cantautrice oggi in Italia e, secondo te, nel mondo musicale quanto spazio viene dato alle donne?
Oggi viviamo un presente in cui le cantautrici stanno conquistando spazio e attenzione, un tempo appannaggio solo di cantautori. Io sono cresciuta ascoltando tantissime voci femminili nel mio percorso, ma non è affatto scontato per una ragazza della mia età dato che la stragrande maggioranza dei gruppi e artisti erano uomini. Ancora c’è molta strada da fare, ma il sentiero è stato tracciato. Penso a certi pregiudizi che ho vissuto sulla mia pelle in questo mondo musicale, per esempio come quella volta in cui mi hanno chiesto “chi ti scrive le canzoni” dando per scontato che io non fossi cantautrice e compositrice, ma solo cantante interprete.
Questo è il tenore delle domande a cui a volte mi capita di rispondere, provengono sempre da uomini. Fortunatamente le cose stanno cambiando e vedo sempre più artiste giovani farsi strada nel mondo musicale.
Ora parliamo di tempo. Se fosse possibile e avessi a disposizione una macchina del tempo, torneresti nel passato o precipiteresti nel futuro?
Il passato è già andato e il futuro non esiste ancora. Credo davvero la cosa più importante sia stare nel presente. Attente a ciò che accade in quest’epoca di grossi cambiamenti sociali, politici e climatici. Un futuro più bello di quello che ci presentano lo possiamo costruire a partire dal presente che abbiamo, che poi è un meraviglioso dono. “The future is built just like this”, lo canto anche in Nina Says!
Lady Vie, ti ringrazio per questa piacevole chiacchierata. La nostra intervista è giunta al termine, ma l’ultima parola va a te per aggiungere ciò che vuoi: spazio alla fantasia! A presto!
Grazie a te, per queste belle domande. A presto!
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