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INTERVISTA

K-Ant: “Fuggivo dalla mia creatività, dal mio primo amore, dalla voglia di scrivere”

K-ANT (che si legge “chei-ant”) nasce nel 2003 come progetto solista, diventato band nel 2011. Originario di Bisceglie (BT) oggi si presenta live con una formazione di 5 elementi, il cui genere fonde funk, rap e rock. Dal 2011 protagonista di numerosi live in tutta Italia sia per la vittoria del contest “A.R.T. Medimex – ARCI Re.A.L. Tour 2012”, che per gli opening act di artisti come Caparezza, Ministri, Rezophonic, Subsonica e Tre Allegri Ragazzi Morti. Nel 2015 esce il disco “La Concezione Del Tempo” (feat. Caparezza, Molla, ThinkAboutIt) grazie alla vittoria del bando Puglia Sounds Record, e si esibisce come opening act di Manu Chao e al Concerto del Primo Maggio Taranto. Dal 2018 ad oggi è stato impegnato nella produzione del nuovo disco, collaborando con il collettivo “Crooked Waves” prima, e con l’etichetta Trulletto Records poi.

K-Ant benvenuto su Rifugio Musicale! Raccontaci di te: nella vita di tutti i giorni, oltre a scrivere e cantare canzoni, qual è la cosa che più ti fa sentire un cantautore?

Ciao a tutti voi. Nella vita di tutti i giorni tendo a scindere K-Ant da Antonio. È come se avessi due essenze che condividono lo stesso corpo, i pensieri, le emozioni. La vita in generale. Mi sento un cantautore quando nei momenti più impensabili mi sorprende quella sensazione di voler esprimere un pensiero in parole, e lo faccio appuntandomi frasi che, se brevi, spesso condivido nell’immediato sui social, altrimenti conservo e lascio che maturino poi in seguito in nuovi testi e nuove canzoni.

Come prendono forma le tue canzoni? Prediligi scrivere alle prime luci dell’alba, al crepuscolo o nella notte fonda? Parti dalle parole o dal tessuto musicale?

Nel mio brano “Il problema” del 2012 dico: “Il problema è che mi alzo la mattina e scrivo, il problema è che mi sveglio con la luna e scrivo, il problema è io scrivo tutto ciò che vivo, il problema è che io vivo nella testa e scrivo”. Credo che quel ritornello e mood di vita siano ancora validi, perché continuo a scrivere quando la mia testa e il mio corpo me lo impongono, ovvero quando ne sento il bisogno. Mi piace sentire ciò che nel momento d’ispirazione la mia testa mi dice di fare, e nella maggior parte dei casi è la musica a dettarmi le parole, per citare Neffa.

Parlaci del tuo nuovo singolo “Pulsar”. Quale è la più grande paura di K-Ant?

Le pulsar si formano quando una stella esplode, mentre le sue regioni interne collassano. Ho avuto voglia di scappare e restare, con la stessa intensità e forza. Come quando ripudiamo, ma amiamo allo stesso tempo. Fuggivo dalla mia creatività, dal mio primo amore, dalla voglia di scrivere. Ho odiato tutto questo, perché mi aveva condotto verso un baratro apparentemente senza via di fuga. Finché, quella stessa voglia, non mi ha dato la forza di buttare tutto fuori con delle nuove parole in rima, esplodendo e rilasciando con intensità e intimità momenti di introspezione, il cui risultato è stato la nascita di Pulsar.

La mia più grande paura in quanto artista? Forse, come un po’ tutti, è che non resti nulla di sé, che il contenuto dei testi venga frainteso o non completamente compreso.

«Un po’ come l’amore, la musica non è una cosa seria, ma è tutto ciò che conta»: quanto sei d’accordo con questo pensiero e che ruolo ha questa forma d’arte nella tua vita?

Non sono per nulla d’accordo con questo pensiero. La musica è una cosa seria. Purtroppo e troppo spesso viene relegata a semplice hobby, come un po’ tutta l’arte in Italia. Nel mio caso, ma penso ce ne siano tanti, quando le cose funzionano si rischia di essere “sfruttati” in quanto artisti, da beceri personaggi. E così facendo si rischia di accusare la musica di colpe non sue. È un po’ la storia di Pulsar, odio e amore, attrazione e repulsione. Per troppo tempo ho dato alla musica il potere di scegliere per me, di condurre la mia vita, dandogli un ruolo principale ed insostituibile. Ma quando si cade e ci si rialza, ricomponendo la propria esistenza, si riesce a dare un ruolo ed uno spazio corretto a questa splendida forma d’arte, oggi per me semplice compagna di vita.

Cosa non può mai mancare nelle tue canzoni e cosa ti fa capire che un pezzo è veramente maturo?

Nei miei brani non manca mai l’autenticità. Ho imparato a guardarmi dentro come mai ho fatto prima, e questo viaggio mi ha dato la forza e il coraggio di parlare molto più di me che di ciò che mi circonda. Sento che un pezzo è veramente maturo quando ascoltandolo dopo un po’ di tempo dalla sua composizione continua ancora ad emozionarmi, e a farmi rivivere quelle sensazioni originarie del momento in cui è nato.

Progetti per il futuro? Come continuerai a stupire i tuoi ascoltatori?

Questo finale di 2022 ha visto finalmente l’uscita del singolo Pulsar, e il primo progetto per il futuro è l’uscita del nuovo disco nel 2023. Unitamente ai live e ai palchi che mi mancano moltissimo, questi sono i migliori propositi che ci siamo posti, con tutta la band e il mio staff.

K-Ant, ti ringrazio per la chiacchierata. Ora puoi salutare i lettori come preferisci: spazio alla fantasia!!! A presto!!!!

Grazie di cuore per tutto questo, per avermi permesso di condividere con voi e con tutti i lettori, che saluto caldamente, queste che per me sono sensazioni ritrovate. Dopo tanto tempo mi sono riscoperto emozionato nell’attendere l’uscita di un mio brano, e di tutto ciò che poi ne consegue. Ci sentiamo presto, magari, live da un palco.

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