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Le Deva vincono la 23esima edizione del “Kenga Magjike” nella categoria Big International Artist

Le Deva, l’unico quartetto pop femminile italiano formato da Greta Manuzi, Laura Bono, Roberta Pompa e Verdiana Zangaro, vincono la 23esima edizione del festival “Kenga Magjike” nella categoria Big International Artist.

Le Deva, l’unico quartetto pop femminile italiano formato da Greta Manuzi, Laura Bono, Roberta Pompa e Verdiana Zangaro, vincono la 23esima edizione del festival “Kenga Magjike” nella categoria Big International Artist con il brano “GiuraGiuda” (Dischi dei sognatori – distribuzione ADA Music Italy).

“Kenga Magjike” è uno degli eventi più importanti e seguiti in Albania, ma non solo. È un festival internazionale, che vede la partecipazione di tanti artisti che si sfidano in diverse categorie. Le Deva sono state proclamate vincitrici in diretta televisiva nazionale, sulla rete Rtvklan proprio all’interno della categoria che ha riunito cantautori, cantautrici e gruppi provenienti da tutto il mondo.

GiuraGiuda” ha rappresentato un nuovo percorso per Le Deva, che in questo brano elettro-pop vestono i panni di moderne supereroine, che rivendicano la forza delle donne che subiscono inganni e tradimenti. Con una nuova immagine coraggiosa e sfrontata e sonorità rinnovate, Le Deva dimostrano con questo pezzo la loro capacità di essere versatili e saper spaziare tra i diversi generi musicali. “GiuraGiuda” è stato scritto da Verdiana Zangaro insieme a Pasquale Chiavaro, Marco Rettani e Valerio Polverino e prodotto da Dangelo.

«Quando il sonno si rompe scrivo e attraverso le canzoni l’inquietudine cambia forma. Qualcosa di profondamente tuo diventa suo, loro, nostro e quel flusso sul quale è cucito quel sentire comune inizia a pesare di meno – dichiara Verdiana Zangaro, una delle componenti del gruppo, che ha composto il brano con Luca D’Angelo – “GiuraGiuda” è un frammento di quel buio che è diventato il mio inchiostro, per raccontare che il coraggio è vero solo nelle ore più scure della notte, quando le maschere degli uomini si ammassano sul comodino. È la storia dell’ennesima maschera, che ha lo stesso retrogusto amaro di quelle che ti facevano piangere nei bagni delle feste a 20 anni ma con un epilogo diverso, perché ciò che accade non cambia la cassa di risonanza del nostro cuore ma ne modifica le reazioni. Insomma, la canzone di chi nel male, mi ha fatto bene».

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