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INTERVISTA

Leonardo Angelucci: “Le mie canzoni sono lo specchio della mia vita e del mio pensiero”

Nato a Roma nel 1991, viene sedotto quasi subito dalle sei corde di una chitarra acustica. Crescendo coltiva i primi progetti: nel 2011 pubblica “Nightbus”, album originale della sua prima rock band, Black Butterfly; nel 2014 pubblica “I’m free” con la prog-rock band Lateral Blast, seguito, nel maggio 2016, da “La luna nel pozzo”. Il primo ep, che esce a maggio 2017 per la Alka Record Label di Ferrara. Dopo il Premio del Pubblico al Roma Videoclip con CAPIGLIATURA e tantissimi concerti in tutta Italia, vince il premio Indie al ponte e il contest su Lucio Battisti, guadagnando la partecipazione a due serate del MEI di Faenza.nDurante il 2017 suona in apertura a Coez, Giorgio Canali, Roberto Billi, Daniele Coccia Paifelman, Leo Pari e molti altri. A febbraio 2018 è tra i 60 selezionati per le audizioni Live di Musicultura, su più di 800 iscritti; a marzo viene selezionato tra i 150 musicisti finalisti del contest 1M Next, che porta artisti indipendenti sul palco del Primo Maggio, a Roma. A settembre conclude il “Breakin The Summer Tour”, con più di 500 ep venduti, una ristampa in deluxe edition e quasi 100 concerti in tutta Italia. Finalista del Premio Matteo Blasi, vincitore della Biennale di Martelive, nel 2019 ottiene il premio Nuovo Imaie del valore di 15.000 euro per l’organizzazione di un tour in Italia e all’estero.
Il 7 ottobre 2022 esce il primo singolo frutto del nuovo percorso, SOPRA DI ME.

Leonardo Angelucci benvenuto su Rifugio Musicale! Raccontaci di te: nella vita di tutti i giorni, oltre a scrivere e cantare canzoni, qual è la cosa che più ti fa sentire un cantautore?

Soffrire, elaborare, esorcizzare e fare sport. Il mio sport preferito, dopo il basket, è l’ansia. Mi mantiene tonico e mi fa scrivere un sacco di canzoni. Ironia a parte, credo che la mia vita non sia poi così diversa da quella che racconto nelle canzoni, visto che ci tengo molto alla sincerità dei miei testi. “Io non nascondo niente ai testi delle mie canzoni“. Potrei dire che per conoscermi a fondo basta ascoltare la mia discografia.

Come prendono forma le tue canzoni? Prediligi scrivere alle prime luci dell’alba, al crepuscolo o nella notte fonda? Parti dalle parole o dal tessuto musicale?

L’ispirazione arriva nei momenti più assurdi… di notte come di giorno, al piano, in macchina o con la chitarra in mano. C’è un orario che mi ha sempre ispirato molto, che è quello del tardo pomeriggio estivo, prima di cena: mi piace imbracciare la mia donna a sei corde e perdermi nel flusso di coscienza. Ma non è sempre così. Per esempio, l’ultimo singolo è venuto veramente di getto tra il viaggio in macchina verso lo studio a Centocelle e le pause di lavoro. A volte parto prima dal testo, altre dalla musica, ma i pezzi più a fuoco sono quelli in cui versi e accordi nascono simultaneamente.

Parlaci del tuo nuovo singolo “Sopra di me”. Quale è la più grande paura di Leonardo?

Il nuovo singolo l’ho definito una preghiera laica, un’invocazione urbana fra i tetti di Roma. È un flusso di coscienza venuto fuori di getto, questo per quanto riguarda le strofe che raccontano immagini e sensazioni del mio recente vissuto. Il ritornello l’ho scritto più come un inno, un coro liberatorio da cantare a squarciagola. Sul discorso paure ci sarebbe da parlarne a lungo ma, tralasciando le paure ancestrali insite nell’uomo, come quella della morte sulla quale lavoro e che elaboro quotidianamente anche grazie alla musica, forse la mia paura più grande è la perdita delle persone care.

«Un po’ come l’amore, la musica non è una cosa seria, ma è tutto ciò che conta»: quanto sei d’accordo con questo pensiero e che ruolo ha questa forma d’arte nella tua vita?

La musica e l’arte sono il centro della mia vita da sempre, la più grande forma di terapia gratuita da quando sono piccolo. Rispetto alla frase, posso dire che il giudizio sulla serietà o meno di concetti astratti – come l’amore e la musica – non spetta certo a me, né tantomeno agli altri. Penso che la musica, come l’amore, vada vissuta, attraversata, per goderne e soffrirne trasformandoci allo stesso tempo in qualcosa di diverso, auspicabilmente migliore.

Cosa non può mai mancare nelle tue canzoni e cosa ti fa capire che un pezzo è veramente maturo?

Potrei rispondere ad entrambe le domande con una parola: verità. Le mie canzoni sono lo specchio della mia vita e del mio pensiero, tanto mature quanto maturo sono io giorno dopo giorno e, in proiezione, nel futuro.

Dopo il singolo “Sopra di me”, è uscito il video con la regia di Valerio Desirò. Come nasce la vostra collaborazione? C’è un aneddoto particolare che ti va di raccontarci accaduto, magari, durante le riprese?

Ci conoscevamo già di nome o comunque io lo conoscevo per i suoi lavori e perché ha collaborato con altri artisti dello StraStudio. Poi ci siamo incontrati ed è scattata quell’empatia artistica tipica di queste situazioni. Valerio ha ascoltato in anteprima i provini di tutto il disco, ma non ha titubato un secondo sulla scelta del brano da rappresentare con il suo apporto video. Aneddoti particolari non ce ne sono, ma sicuramente mi sento di menzionare la magistrale interpretazione di Francesco Marioni, che si è anche commosso sul set nella scena madre, talmente era entrato nella parte. Un grande artista e una bella persona.

Leonardo Angelucci, ti ringrazio per la chiacchierata. Ora puoi salutare i lettori come preferisci: spazio alla fantasia!!! A presto!!!!

Grazie a te per lo spazio dedicatomi e ci vediamo sopra e sotto i palchi, nel nostro habitat preferito che è quello live dei concerti. A presto!

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