È disponibile su tutte le piattaforme di streaming Povera Femmina (Tippin’ the Velvet), il nuovo brano di Napoleone. Preceduto dai singoli “Amalfi” e “Porta Pacienza”, Povera Femmina è il terzo capitolo della storia narrata in chiave musicale da Napoleone ed incentrata sulla ricostruzione temporale della vita di Vito Manzo (Amalfi, 05/05/1919 — 4/03/1957), personaggio realmente esistito con cui l’artista condivide l’amore per Amalfi e la passione per la musica. Con questo terzo, importante tassello, il puzzle viene arricchito da una componente narrativa intima e preziosa scaturita dalla scoperta dell’esistenza di Lucia Manzo, sorella di Vito e prima figura femminile delineata e cantata dalla penna di Napoleone.
Ciao, Napoleone, è un vero piacere darti il benvenuto su Rifugio Musicale! Rompiamo subito il ghiaccio con una rivelazione inedita: raccontaci qualcosa di te che non sia già nelle biografie ufficiali!
Non saprei, nelle bio si mettono sempre in risalto le cose belle: i premi , i riconoscimenti, i numeri. Poi parallelamente a tutto quello c’è la vita normale e complicata che fanno tutti i ragazzi della mia età, quindi nulla di così interessante. Però amo cucinare. Faccio un’ottima pizza.
Quale credi che sia il ruolo del cantautore nella nostra società e cosa lo rende tale, degno di questo nome?
Onestamente non credo che oggi il cantautore abbia un ruolo fondamentale. Negli anni ‘60 era la figura che dava voce e rappresentava gli ideali di una generazione che non riusciva a farsi sentire. Con l’arrivo dei social network il problema della comunicazione si è risolto e di conseguenza quel tipo di artista pian piano si è svuotato di molti contenuti. Adesso se una persona ha qualcosa da dire accende il telefono e lo fa; prima compravi un disco di Claudio Lolli o Bob Dylan ed eri un rivoluzionario.
Cosa rappresenta per te Amalfi? Parlaci di un ricordo prezioso e/o particolare che hai di quel posto.
Amo quando un posto conserva la sua storia, soprattutto quando gli abitanti di quel posto hanno un certo tipo di appartenenza e non si limitano a innalzare dei monumenti. Con Amalfi mi è successo questo. Ho avuto la fortuna di conoscere la sua storia e la fortuna di conoscere delle persone che quella storia l’hanno preservata, ho capito che non è solo “Mare e Limoni”. Ho tanti bei ricordi legati ad Amalfi, difficile sceglierne uno, ci ho passato delle estati bellissime.
Con “Povera femmina” la storia di Vito Manzo si fa sempre più nitida. Ricordi la prima volta che ti sei imbattuto in questa storia? Qual è stata la prima cosa che ti ha colpito?
Il ritrovamento del certificato di morte di Lucia Manzo ha fatto scattare la scintilla per quest’ultimo brano, in particolare quel “povera” alla voce professione. La storia di Vito è arrivata all’improvviso proprio durante uno dei miei ultimi viaggi ad Amalfi. Ho trovato molte similitudini tra la mia e la sua storia, abbiamo vissuto praticamente la stessa vita ma in epoche diverse. Purtroppo, lui non ha avuto il tempo di scriverci delle canzoni poiché morto prematuramente, quindi ho deciso di farlo io per lui.
Cosa manca, dal tuo punto di vista, nell’attuale panorama musicale italiano? Cosa non tornerà più?
E’ successo che molti artisti hanno smesso di scrivere canzoni per la gente o per se stessi, certe volte ho l’impressione che alcuni facciano musica per gli addetti ai lavori o comunque per sentirsi parte di quel circuito che rappresenta il momento. Chi riesce a staccarsi poi viene definito “commerciale”. Questo porta ad una mancanza di libertà da parte di chi scrive e da parte di chi ascolta. Ma come ogni generazione anche la nostra avrà un momento di rottura e qualcuno prima o poi arriverà a mischiare le carte, per forza.
Quand’è stata l’ultima volta che la vita ha sorpreso Napoleone?
Sono un amante del “caso” e per fortuna faccio un lavoro che spesso non ha niente a che fare con la matematica. Ha il potere di sorprenderti spesso, non sai mai che giro strano può fare una canzone che hai scritto. Di certo non mi sarei mai aspettato di dar vita ad un progetto tutto mio, eppure eccoci qua!
Come continuerà il tuo viaggio a ritroso nella storia di Vito Manzo?
Ad un certo punto spero di poter cantare dal vivo queste canzoni: sogno uno spettacolo teatrale e chissà magari scriverci un libro o una graphic novel. Per prima cosa però dovrò assolutamente finire di registrare il resto dei brani e pensare ad un disco.
Napoleone, io ti ringrazio per essere stato con noi. La nostra intervista è giunta al termine, vuoi aggiungere qualcosa? Cosa senti di dire alle giovani leve che desiderano intraprendere il tuo stesso percorso musicale?
Grazie a te! Auguro a chi voglia intraprendere qualsiasi tipo di percorso artistico di farlo sempre con sincerità e non dover mai scegliere o scendere a compromessi.
Intervista di Giulia Massarelli