Peccato è il nuovo singolo di Dinosauro, disponibile su tutte le piattaforme digitali. La produzione del brano in questo caso è stata affidata a Jacopo Castagna e Stefano Maura (Le Larve) ed è stato un vero e proprio esperimento. Il brano ha una struttura estremamente insolita e un ritornello che entra come coro e rimane fino alla fine della canzone. I suoni e gli arrangiamenti sono il valore aggiunto di Stefano (chitarrista e producer).
Il progetto nasce dall’esigenza di raccontare una storia fatta di tanti pezzi, tutti fondamentali, per reagire ad un’estinzione intellettuale ed emotiva. Dinosauro è un progetto che prima di tutto ha bisogno di una voce più che di un volto. La produzione musicale dei brani è affidata di volta in volta a musicisti e produttori diversi nessuno a caso per dare i giusti colori alle parole scelte per raccontare un pezzo di una storia più complessa.
Ma i dinosauri non si erano istinti? Scherzi a parte partiamo dal significato di questo nome…
In parte richiama proprio l’estinzione, loro si sono goduti il mondo migliore. Poi mi è sempre piaciuto l’immaginario dei dinosauri fin da bambino, quindi avevo bisogno anche di un richiamo di incoscienza.
Nel tuo nuovo singolo Peccato hai dichiarato di fare i conti con te stesso prendendoti le responsabilità. Come nasce questo brano?
Nasce in un periodo complicato e nasce su carta senza alcuna idea di come dovesse suonare. Questa canzone è una delle poche che ho scritto nel tempo, di solito il testo lo scrivo tutto dal momento in cui lo inizio, al massimo posso limare qualcosa nei giorni successivi, in questo caso ho passato diversi giorni a cercare le parole giuste, non volevo essere frainteso ma nemmeno rinunciare alle metafore.

Mi ha molto colpito America, brano in cui hai tratto spunto da una lettura, ti va di parlarcene?
Assolutamente si, sono un fanatico di Emanuel Carnevali, me lo fece leggere almeno 10 anni fa uno dei miei migliori amici. Di lui mi ha colpito la sofferenza e l’amore di tutta la sua vita dedicata alla poesia. Ha scritto delle poesie potentissime e poi c’è stato Emidio Clementi che sia con i Massimo Volume che poi con un album da solista “Notturno Americano” ha aiutato le nostre generazioni a scoprire questo poeta. Lui è la parte più pura e alternativa della beat generation, Kerouak, Fante, Ginsberg, Ferlinghetti erano quelli fighi, Carnevali era quello dei centri sociali. Poi è arrivato Bukowski e ha rovinato tutto.
In generale sei uno che legge molto? Se sì, qual è l’ultimo libro che hai letto e perché?
Si ho sempre avuto la passione per la lettura, vedevo mio padre che riempiva casa di libri, ero curioso. Poi è rimasta sempre fonte di stimolo e ricerca personale. Più cose riusciamo a conoscere e più strumenti abbiamo per conoscere noi stessi. Ultimo libro “Le Braci” di Sandor Marai, me lo ha regalato un’amica che stimo molto ed era tanto che dovevo leggerlo, lei sapeva il perché più di me. Effettivamente è stato un bellissimo libro, soprattutto per il tipo di scrittura molto scarna e fredda quanto puntuale e struggente. Ne leggero altri di Marai.
Il tuo progetto ti vede poco esposto, ci sono poche foto di te in primo piano, scelta voluta?
Scelta volutissima. Preferisco mettere in primo piano le canzoni, non sono minimamente preparato a diventare l’icona di me stesso senza aver fatto i concerti. Credo in una musica fatta di sudore e persone più che di primi piani e outfit regalati.
Quindi non vuoi fare l’influencer? (domanda ironica e provocatoria, riflessione aperta su come va il mondo musicale oggi, a te la parola Dino)
Ecco appunto, ci siamo capiti. Guarda per riportarlo ai Massimo Volume, scrivano qualche anno fa “Ho visto le menti migliori della mia generazione mendicare una presenza al varietà del sabato sera. Il loro aspetto trasgressivo, il loro pallore, si sposava alla perfezione con l’argomento della puntata”. Adesso potremmo dire che stiamo vedendo le menti migliori della nostra generazione fare shooting con cappotti eccessivi che a loro non piacciono con un aspetto così perfetto in cui forse nemmeno si riconoscono, postare foto con propagande momentanee e alla moda quanto le loro scarpe. Nonostante questo, credo nella musica e nelle persone quindi aspetto che torneremo a spaccarci i denti sulle transenne dei concerti affollati. X Factor ad esempio ha lasciato ben sperare con i LPOM arrivati secondi e che si sono conquistatii comunque tutta la scena!